Tuttavia, le aziende che si occupano di coltivare o vendere cannabis leggera e i relativi prodotti derivati hanno finora avuto poche opportunità di fare pubblicità tramite le campagne di display advertising. Su Google Ads, la piattaforma più popolare per questo tipo di investimenti pubblicitari, esistono restrizioni per quanto riguarda i farmaci e gli integratori, che si applicano anche ai prodotti contenenti cannabidiolo.Ciò significa che banner e annunci per vendere cbd online, infiorescenze di cannabis light, CBD oil o altri derivati dalla canapa vengono automaticamente bloccati dal sistema. Questo rende difficile per le aziende promuovere i propri prodotti in modo efficace su questa piattaforma. Tuttavia, a partire dal 2023, è stato annunciato un aggiornamento che permetterà di impostare delle campagne Google Ads per i prodotti con soglia di THC entro i limiti, anche se non è ancora chiaro per quali paesi varrà la nuova policy.
È importante sottolineare che, nonostante ci siano delle aperture, c’è ancora molto lavoro da fare per migliorare le possibilità di digital marketing per le startup CBD. Molte altre piattaforme dovrebbero adottare politiche simili, ma non è detto che lo facciano presto. Questo perché potrebbero esserci questioni di opportunità politica o di target di riferimento che le portano a essere prudenti nell’approccio alla pubblicità per vendere cbd online e dei suoi derivati.